Progetto “Facilitatore sociale per la salute mentale”

Il progetto “Facilitatore sociale per la salute mentale” è progettato e gestito da PerFormat in collaborazione con l’ Associazione L’Alba di Pisa.

Il progetto intende facilitare la collaborazione tra gli utenti dei servizi di salute mentale, i servizi sanitari pubblici e privati e le risorse locali (reti familiari, reti sociali e terzo settore) al fine di supportare le comunità nello sviluppo di sensibilità ed occasioni utili a favorire l’inserimento lavorativo di persone con disagio mentale, in qualità di Facilitatori Sociali. I Facilitatori Sociali sono persone con esperienza di disagio mentale, in fase di compenso, capaci di ridefinire la loro sofferenza psichica come plusvalore per utilizzarla professionalmente al servizio di persone con problematiche affini.

Il progetto è condotto da un Comitato Tecnico Scientifico (CTS) costituito da esperti afferenti a PerFormat e all’Associazione L’Alba e da professionisti della salute e riabilitazione del territorio che ospita l’evento.

In particolare, il Facilitatore Sociale è una persona che ha attraversato un disagio psichico, è ad un buon punto nel suo percorso di cura e riappropriazione di un’identità di salute, consapevolezza, empowerment e di convivenza/lotta con la propria sintomatologia. Attraverso un corso di formazione professionale e un percorso di continuo aggiornamento, ha la possibilità di trasformare il vissuto personale di malattia e guarigione in una risorsa nella relazione d’aiuto, migliorando le competenze e prevenendo eventuali fenomeni di burn-out. Lavora in equipe con i professionisti della salute (psichiatri, psicologi, infermieri, riabilitatori psichiatrici, educatori, assistenti sociali, counsellor …) che hanno in carico l’utente, svolgendo un importante ruolo di mediazione, aiutando il paziente ad usufruire con fiducia delle opportunità di cura e a comunicare con sincerità i proprio reali bisogni ai medici, cosa che spesso risulta difficile a causa delle barriere del ruolo, spingendolo così ad essere al centro della propria cura.

L’esperienza maturata da anni, ha portato i Facilitatori Sociali ad assumere un ruolo significativo nel processo di cura degli utenti:

  • tramite il rapporto paritario che lega il facilitatore al facilitato, si crea un ottimo legame di fiducia che facilita l’individuazione dei bisogni dell’utente e il sostegno nei momenti di crisi in contesti di vita informali e quotidiani;
  • sono un esempio costante per l’utente del fatto che è possibile guarire e di quanto sia importante auto-determinarsi e riappropriarsi del proprio percorso di vita;
  • si prendono cura della riattivazione delle abilità sociali dell’utente, sostenendolo nella ricostruzione di una rete amicale, nella ristrutturazione del tempo e nel miglioramento della qualità della vita, accompagnandolo a laboratori di arteterapia, ai gruppi d’auto-aiuto e attività ricreative;
  • accompagnano le persone in inserimento lavorativo svolgendo un’attività di tutoraggio per valorizzare e potenziare le capacità della persona, aiutatati dall’esperienza diretta delle difficoltà che si possono incontrare quando si riprende a lavorare dopo e durante un disagio mentale.

I settori di attività in cui possono essere coinvolti i Facilitatori Sociali sono molteplici:

  • nell’ambito di contesti organizzati di notevole significato sono le esperienze d’inserimento lavorativo dei Facilitatori in diversi servizi di front office: gestione di servizi di ristorazione, attività di segreteria, agricoltura sociale … Tali impieghi hanno una duplice valenza: stimolare i processi d’autonomia degli utenti e, in contemporanea, contribuire a veicolare, nell’ambito della comunità locale, la cultura dell’integrazione e della lotta allo stigma;
  • portano avanti un assiduo lavoro di promozione della salute mentale e contro lo stigma, partecipando a convegni, consulte, tavoli di progettazione per portare la voce degli utenti e dimostrare il valore dell’Advocacy, dell’Empowerment e dell’auto-aiuto nella cura del disagio mentale;
  • conducono i gruppi d’auto-aiuto e promuovono sul territorio la cultura del self-help;
  • organizzano laboratori di arte-terapia e attività ricreative al fine di supportare i percorsi d’autonomia degli utenti.

In quest’ottica, il percorso d’autonomia del Facilitatore Sociale diviene un processo graduale, inserito nel piano personale di cura e riabilitazione e richiede l’adeguato supporto dei professionisti della salute mentale per ampliare la possibilità di successo, riducendo al minimo i fallimenti e gli abbandoni.

Premettiamo che, l’esperienza maturata da PerFormat e dall’Associazione L’Alba, ormai consolidata degli anni nel campo della formazione dei Facilitatori Sociali, ci ha portato a costruire un modello di formazione articolato su tre elementi chiave:

  • il percorso formativo è orientato a favorire l’autonomia degli utenti della salute mentale e, in particolare, a rafforzare la capacità d’inserimento lavorativo;
  • il percorso formativo è strutturato in attività di formazione d’aula (input teorici e attività interattive come studio di casi, simulazioni …), stage ed attività di supporto individuale e collettivo (orientamento, coaching e counselling). La proposta è rivolta a un gruppo composto da un minimo di 6 a un massimo di 18 persone con problemi di salute mentale in fase di compenso e la durata del percorso varia a seconda del livello di conoscenze e competenze in entrata del gruppo in formazione;
  • il percorso formativo coinvolge, sin dalla fase progettuale, la comunità in cui opereranno i futuri Facilitatori Sociali. La comunità è chiamata a “formarsi” insieme al Facilitatore, a capirne le potenzialità e la spendibilità nell’ambito dei servizi di salute mentale territoriali, proponendo occasioni di reciproca conoscenza.

 

Gli obiettivi formativi fanno anzitutto riferimento all’acquisizione di conoscenze riguardanti principi di psicologia, psichiatria, psicofarmacologia, relazione d’aiuto, arti-terapie, cura e igiene della persona e degli ambienti, organizzazione dei servizi territoriali e del lavoro. Le misure di accompagnamento collettive e individuali aiuteranno i partecipanti ad acquisire competenze utili ad un’efficace gestione della relazione d’aiuto. Tali competenze, unitamente agli stage formativi, realizzati in contesti di cura e riabilitazione, saranno utili ai destinatari nel processo di integrazione con il tessuto sociale e produttivo del territorio, al lavoro in équipe multi professionali ed all’attivazione di gruppi di auto-mutuo aiuto condotti dagli utenti.

Il progetto prevede l’elaborazione di progetti individualizzati di formazione realizzati dal Comitato Tecnico Scientifico di progetto con l’allievo e il team di supporto (psichiatra, educatori, riabilitatori, psicologi… di riferimento dell’allievo). Tali progetti saranno monitorati, verificati e valuti attraverso l’analisi dei test di valutazione dell’apprendimento e del project work che gli allievi presenteranno a conclusione del Corso e in relazione all’osservazione del CTS e dei professionisti di riferimenti degli allievi.

 

Il processo formativo si articola in:

  • formazione d’aula: input teorici e attività interattiva (laboratori, case study, esercitazioni, role playing) finalizzati ad acquisire conoscenze per la gestione della relazione d’aiuto, l’organizzazione del lavoro, e la sperimentazione del lavoro di facilitazione sociale
  • supporto all’apprendimento in gruppo e sostegno individualizzato: orientamento, gruppi di sostegno all’apprendimento, coaching di gruppo e counselling individuale per rafforzare il Sé professionale
  • stage: attività realizzata presso i servizi territoriali a fronte di una convenzione PerFormat – enti e progetti di formazione individualizzati. In genere, ai corsisti vengono proposte due tipologie di esperienza di stage (affiancamento dei professionisti della salute in contesti di cura e riabilitazione – conduzione di gruppi di auto mutuo aiuto con la supervisione di un esperto).

 

La metodologia formativa si caratterizza per l’alternanza fra input teorici e esercitazioni pratiche guidate da esperti del settore e, in particolare, da facilitatori sociali provenienti da vari territori e con molteplici esperienze professionali. La metodologia d’intervento fa riferimento al modello analitico transazionale, che permette di analizzare e curare le relazioni umane e potenziare il benessere nei rapporti interpersonali, negli ambienti formativi e nei luoghi di lavoro. In questo modello si punta alla consapevolezza di sé nella relazione.

Principali attività organizzate da PerFormat in collaborazione con l’Associazione L’Alba

Titolo Corso Ente Finanziatore Periodo N. ore N. allievi formati
Facilitatori sociali
per il disagio psichico
Provincia di Pisa (cod. 9871) con risorse del FSE 2005 670 12
Facilitatori sociali
per la salute psichica
Provincia di Pisa (cod. 12766) con risorse del FSE 2006/2007 424 7
Facilitatori sociali
per la salute mentale
Provincia di Pistoia (cod. 13874) con risorse del FSE 2006/2007 622 9
Facilitatori sociali
della relazione d’aiuto
Circondario Empolese Valdelsa (cod. 501) con risorse del FSE 2009 300 8
Facilitatore sociale Provincia di Pisa (cod. 14058) con risorse del FSE 2010/2011 416 10
Facilitatori sociali
della salute mentale
e dell’inclusione socio-lavorativa
Provincia di Pisa (cod. 62103) con risorse del FSE 2013 200 9
Facilitatore sociale
per la salute mentale
Azienda USL 8 Arezzo con risorse proprie 2014 244 18
AgORA Accompagnamento Operatori Rete Aiuto Percorso B:
AgORA PEER – Percorso di formazione
propedeutica per peer counsellor
(corso introduttivo alla figura del facilitatore sociale)
Provincia di Siena (cod. 79170) con risorse del FSE 2014 80 8