Cosa rende così particolare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)? Uno studio di recente pubblicazione riprende la descrizione di questo disturbo clinico focalizzandosi specificamente sul rapporto tra dissociazione e immaginazione, andando a indagare specificamente i meccanismi di pensiero coinvolti nelle ossessioni.

Il disturbo Ossessivo-Compulsivo, meglio conosciuto come DOC, è una patologia psichica debilitante caratterizzata sia da ossessioni (pensieri, immagini, bisogni di natura persistente e involontaria) che compulsioni (comportamenti o azioni rituali che la persona sente il bisogno di fare per ridurre l’ansia).
Le ricerche sul DOC in genere sono andate ad indagare le principali modalità con cui questo disturbo si manifesta. Alcune ricerche hanno evidenziato dei gruppi di sintomi legati alle compulsioni differenziandoli in ricerca di simmetria, pulizia estrema, tendenza all’accumulo o si sono focalizzate sulla classificazione dei pensieri indesiderati (es. paura di poter fare del male a qualcuno o pensieri a sfondo religioso…).
Un esempio molto comune riguarda persone che hanno timore che le proprie mani siano contaminate da germi. Questa ossessione le costringe a lavarle molte volte perché anche se sono chiaramente pulite, sono convinte della loro contaminazione .

Lo studio a cui si fa riferimento qui non pone tanto l’accento sulla dissociazione, esito del DOC, quanto sul fatto che le persone che ne soffrono tendono a basarsi molto sulla loro immaginazione fino ad arrivare a confonderla con la realtà, perdendo così il contatto con quest’ultima. Questo fenomeno è stato definito come “Confusione Induttiva”: un meccanismo che attiva una combinazione tra fantasia e realtà rendendole “indistinguibili”. Tale meccanismo si articola in due elementi:

  1. Il processo di ragionamento parte da un dubbio che viene spiegato tramite ragionamenti soggettivi di natura causale, che mettono in connessione differenti elementi e danno origine e forza all’ossessione. Per esempio “Se c’è del cloro nella piscina il paziente concluderà che vi è stato messo perché ci sono i batteri (e non per “mantenerlo sterile)”.
  2. Il secondo aspetto sembra recuperare un funzionamento tipico della personalità schizotipica: idee bizzarre, credenza rigida, mancanza di discernimento, tendenza a fare affidamento sull’immaginazione. Ad esempio le persone sono convinte che quello che sentono al telegiornale o leggono sul giornale li riguardi personalmente e direttamente.

Questi elementi si legano portando la persona a perdere il contatto con la realtà, al punto da condurla ad avere amnesie, cioè perdite di memoria in determinate situazioni in cui le compulsioni prendono il sopravvento.

Le persone affette dal DOC, quindi, non tendono più a fare affidamento sulle loro percezioni o sul senso comune, ma sulla loro immaginazione.
Le teorie sul DOC stabiliscono che ad essere coinvolto nello sviluppo di ossessioni non è il contenuto del pensiero bensì il modo in cui questi pensieri sono interpretati. Mentre la maggior parte delle persone respinge un’idea se ritiene che non abbia alcun significato, le persone affette da un disturbo ossessivo compulsivo saranno portate a dirsi che se pensano in questo modo ci dovrà essere un motivo.
Un normale pensiero “transiterà” nel regno delle ossessioni quando verrà erroneamente valutato come “personalmente significativo, rivelatorio e minaccioso” innescando così il processo che arriva a spezzare il legame con la realtà definito come “Confusione Induttiva”.

Tradotto e adattato da:
http://www.spring.org.uk/2016/03/2-factors-found-underlie-obsessive-compulsive-disorder.php
Ricerca originale
http://onlinelibrary.wiley.com/wol1/doi/10.1002/jclp.22173/full
Journal of Clinical PsychologyVolume 71, Issue 6, pages 606–624, June 2015
Image Credit: “365 x31 Obsessive Compulsive” by David Masters is licensed under CC BY 2.0