Varietà dei percorsi di sviluppo nelle piccole e medie imprese

Lo scenario italiano delle piccole e medie imprese (PMI) negli ultimi anni e soprattutto a causa della crisi che l’Italia ha dovuto affrontare è cambiato radicalmente. Mariacristina Bonti, professore associato di Organizzazione Aziendale presso il dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, raccoglie in questo articolo quindici anni di studi e ricerche sulle PMI soffermandosi su due punti cardine: l’innovazione e la dimensione.

L’innovazione deriva dal “fare cose nuove” o “fare cose già fatte in modo nuovo”.

La dimensione fa riferimento alla rete di relazioni che si va ad instaurare tra le piccole imprese, intendendo così la crescita come crescita esterna.

Ma come si realizza questa crescita? La crescita non riguarda soltanto uno spazio fisico ma un allargarsi, un allungarsi, un evolversi, un maturare e diventare adulti.

La crescita viene interpretata come “sviluppo”, come raggiungimento di una maturazione che deve partire dall’imprenditore e dal modo in cui strategicamente gestisce l’azienda. Il leader deve conoscere il  mercato e saper indicare lo sviluppo dell’azienda attraverso la delega e la comunicazione

I livelli di complessità sono superiori nelle piccole aziende, rispetto alle medie e alle grandi. Nelle piccole imprese si delinea una ricerca di solidità con un adeguato uso delle risorse e degli strumenti. Ma le piccole dimensioni non devono spaventare. Consentono pensieri più veloci, un agire più dinamico per arrivare ad una produzione creativa ed innovativa. L’articolo ci ricorda quel famoso detto aziendale “Pensare come una grande azienda pur agendo come una piccola”.

Approfondisci l’articolo pubblicato in Percorsi di Analisi Transazionale, Vol II, Num 3.

 

Mariacristina Bonti
Professore Associato di Organizzazione Aziendale presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa. Negli ultimi anni si è occupata di ricambio generazionale e di processi innovativi nelle piccole imprese familiari.